Menu principale:
PRESTAZIONI
Intolleranze alimentari
Disbiosi intestinale
Diagnosi genetico-nutrizionale
Mi occupo di medicina funzionale da molti anni. Questa disciplina consente di risolvere "malesseri" che un approccio convenzionale sovente tende a sottovalutare, cosi come è un valido stimolo ad adottare uno stile di vita e nutrizionale idoneo a prevenire molte delle malattie di larga diffusione.
I disturbi legati all’alimentazione possono essere sostenuti da varie cause, molte delle quali sono evidenziabili attraverso esami generali e specifici. Lo studio PS si avvale della collaborazione con laboratori accreditati in cui si eseguono test specialistici e generali.
Dopo un colloquio nel corso del quale emergono i problemi relativi al paziente e dopo una visita medica, viene proposto un percorso diagnostico idoneo alle necessità del singolo paziente e in un secondo incontro, durante il quale vengono interpretati e commentati i risultati degli esami, viene proposta una terapia nutrizionale e/o farmacologica cui, a discrezione del paziente, può essere associata una dieta personalizzata.
Esami generali: comprendono esami ematochimici e microbilogici
Esami specialistici:
Intolleranze alimentari: una dieta monotona, incompleta e ripetitiva, oppure infezioni, parassitosi intestinali, unitamente ad altre cause quali farmaci (in particolare gli antibiotici) , additivi e contaminanti, possono generare alterazioni della funzione digerente. I disturbi lamentati dai pazienti sono vari e non sempre direttamente correlabili con l’alimentazione e sono:
Cefalea
Facile affaticabilità
Dolori articolari e muscolari
Afte
Dermatite
Prurito senza lesioni cutanee specifiche
Disturbi genito-urinari
Sovrappeso
Dolori addominali (stomaco e addome)
Sindrome simil- asmatica
Difficoltà alla concentrazione
Insonnia e irritabilità
Dopo che siano state escluse altre malattie, (celiachia, intolleranza al lattosio, parassiti, disbiosi, allergie ed altre) è possibile eseguire un test che evidenzia la presenza di anticorpi specifici, rivolti verso alcuni alimenti o gruppi di alimenti. Si tratta di un esame semplice ed affidabile che, a differenza di altri, presenti sul mercato, è considerato ripetibile e riproducibile, cioè fornisce sempre lo stesso risultato indipendentemente dal laboratorio. Il test viene eseguito su di un campione di sangue venoso o su di un prelievo capillare (puntura del polpastrello).
Disbiosi intestinale: nel nostro intestino stazionano normalmente germi la cui presenza e funzione garantiscono il benessere dell’organismo; per questo motivo potrebbero essere tranquillamente chiamati "germi amici". Questi germi infatti predigeriscono gli alimenti (in particolare zuccheri e proteine), elaborano sostanze che proteggono la mucosa intestinale e stimolano il nostro sistema immunitario. Quando questa flora batterica entra in sofferenza (per es. dopo terapia antibiotica, dieta scompensata o eccessi alimentari, infezioni batteriche e virali, immunodepressione, intolleranza al lattosio) si instaura uno stato definito di disbiosi. Questa provoca sintomi e disagi quali:
Gonfiori
Flatulenza
Stanchezza
Prurito anale
Difficoltà digestive
Paraodontopatie
Inappetenza
Voglia di zuccheri (in caso di infezione da miceti)
Candidosi vaginali e ungueali
La diagnosi si basa su due test specifici
Test microbiologico su campione di feci: evidenzia la presenza non solo di germi patogeni (es salmonella, stafilococchi e altri) e funghi (miceti), ma inoltre quantifica e tipizza la flora batterica normalmente residente.
Test biochimico su campione di urine: dosa due metaboliti: indicano e scatolo, il primo è espressione della disbiosi da eccesso di proteine, il secondo di una integrità della flora batterica dell’intestino tenue
Profilo degli acidi grassi (lipidomica): quando si parla di grassi,molte persone – e molti medici – pensano prevalentemente al colesterolo totale e HDL e ai trigliceridi. In realtà la conoscenza in questo campo è progredita notevolmente. Per avere una corretta idea dell’assetto lipidico di un paziente oggigiorno è necessario dosare sia i grassi "buoni" che i grassi "cattivi". I primi sono di origine vegetale (semi oleosi) e animale (pesci); sono considerati "buoni" perché possiedono proprietà nutrizionali e metaboliche tali da proteggere il nostro organismo dall’insorgenza di numerose malattie, sono grassi insaturi (mono e poliinsaturi). I secondi sono di origine animale (carni) e sono considerati "cattivi" in quanto irrigidiscono la membrana delle cellule che così funzionano male. Il malfunzionamento delle cellule è considerato prodromo di numerose malattie croniche e infiammatorie.
La diagnosi lipidomica si basa sul dosaggio, su un campione di sangue, delle famiglie principali di grassi: acidi grassi saturi (stearico e palmitico), monoinsaturi (oleico e palmitoleico) e polinsaturi.(omega 3 e omega 6). Nel referto viene inoltre fornita in dettaglio una nota interpretativa che quantifica il rischio di sviluppare malattie infiammatorie e cardiovascolari sulla base dei rapporti intercorrenti fra le varie famiglie di grassi.
Analisi genetiche per il sovrappeso (interazione gene-alimentazione)
Ogni gene possiede circa 10 differenze nel suo codice rispetto al gene standard, queste deviazioni vengono chiamate polimorfismi (SNPs= single gene polymorphisms) e le varianti che ne conseguono vengono definite alleli. È però intuibile che, vista la relativa alta frequenza con cui tali mutazioni ricorrono, non tutti i polimorfismi causano gravi implicazioni per la salute; la maggior parte di essi esibisce invece solo un effetto marginale sulla funzionalità della proteina per cui codifica. Ciò spiega perché non tutti reagiamo in modo identico alle varie sollecitazioni e la nutrigenomica descrive appunto i cambiamenti nell’espressione genica in seguito a uno specifico intervento nutrizionale. Le molecole che introduciamo con la dieta possono condizionare la fisiologia cellulare. L’analisi di alcuni polimorfismi consente quindi di individuare la predisposizione all’accumulo di grasso e alla sua distribuzione (fianchi, cosce, spalle…), non solo, ma alcune analisi genetiche sono in grado di specificare quanta energia possiamo disperdere a seguito dell’attività fisica, per cui i risultati dell’esame consentiranno non solo di approntare una dieta personalizzata per perdere peso e per scongiurare l’insorgere di particolari malattie, ma consentirà anche di prescrivere un’attività fisica idonea per il paziente.
La diagnosi genetico-nutrizionale, mediante un prelievo non invasivo, eseguito cioè con un leggero sfregamento all’interno della guancia, si basa sullo studio dei seguenti geni:
geni per lo studio del sovrappeso
APO A2 : alcuni polimorfismi correlano con la resistenza all’insulina
FTO: alcuni polimorfismi correlano con l’aumento della massa corporea (Body Mass Index)
FABP2: i polimorfismi studiati correlano con la resistenza all’insulina
MC4R: i polimorfismi studiati indicano una scarsa tendenza ad accumulare peso
PPARgamma: i polimorfismi studiati indicano una buona risposta alla dieta ipocalorica
Geni per lo studio del dispendio calorico
DBR2: il polimorfismo studiato indica una buona predisposizione a perdere peso dopo attività fisica
ADRB3: il polimorfismo studiato correla con una scarsa tendenza a perdere peso dopo attività fisica
FTO: il polimorfismo studiato correla con scarsa tendenza a perdere peso dopo attività fisica
MC4R: il polimorfismo studiato correla con bassa predisposizione all’obesità
Altri esami genetici
Altre analisi genetiche consentono di porre in risalto la capacità dell’organismo a contrastare l’azione dei cosiddetti RADICALI LIBERI che, com’è noto, esercitano un’azione tossico-irritativa su cellule e tessuti, azione che se non viene contenuta porta all’insorgenza di malattie croniche (ipertensione, malattie cardiache ecc…) quali:
SOD, CAT: sono enzimi intracellulari in grado di trasformare i radicali liberi in composti inerti che vengono in seguito allontanati.
Sono disponibili inoltre analisi genetiche finalizzate a descrivere la capacità dell’organismo a elaborare nutrienti che esercitano un’azione protettiva sull’apparato cardiovascolare, quali:
MTHFR: legato al metabolismo dell’omocisteina (considerato un fattore di rischio)
ACE e PAI: legati all’ipertensione arteriosa
FIB e FII: legati alla coagulazione del sangue
Convegno Internazionale di Medicina estetica e del benessere - Milano 2010 - Guarda il video
ALTRE RECENTI PARTECIPAZIONI A CORSI DI MEDICINA FUNZIONALE E NUTRIZIONALE
La Medicina Nutrizionale e Funzionale nella gestione efficace e durevole del sovrappeso cronico (docente prof. V. Castronovo)
(Desenzanno del Garda,18 febbraio 2012)
Corso di Medicina Funzionale e Nutrizionale (docente prof. V. Castronovo), Desenzano del Garda, 25- 27 febbraio 2011
Medicina naturale, fitoterapici e alimentazione personalizzata (dovente dott. E. Abbiati). Lasko-Slovenia 19-25 settembre 2010
Docenze presso corsi di formazione
Le epidemie nella storia (coeso pre congressuale: le malattie del viaggiatore e del migrante e la medicina di laboratorio).
Congresso nazionale SIMeL. (Parma 15 novembre 2011)
Intolleranze alimentari: l’importanza dell’alimentazione. Corso di Formazione per medici e biologi. (Modena, febbraio 2010)
Caratteristiche eziopatogenetiche delle intolleranze alimentari. Corso di formazione teorico-pratico (Modena, maggio 2009)
Educare e gestire l’intolleranza Corso ECM per medici e biologi (Modena, maggio 2009)
Nutrizione, salute e benessere . Corso ECM per medici e infermieri (Palermo, novembre 2008)
Antica Sapienza: Programma DIAGNOSTI.CARE. Corso ECM per medici di base (Modena, ottobre 2008)